Le radici di Seggiano, come quelle dei suoi olivi secolari, sono saldamente legate a questa terra dall’inizio del X secolo.
Seggiano viene citata in un atto pubblico del 903, con il toponimo di Casale Senganu. Probabilmente il nome del borgo, d’antiche origini etrusche, deriva dalla figura del dio Giano.
All’inizio il borgo era un insediamento appartenente all’Abbazia di San Salvatore, ma dal 1200 si trasformò in una comunità autonoma su cui vantava i diritti l’Abbazia di Sant’Antimo.
Alle giurisdizioni abbaziali si sovrappose presto il dominio senese che, nel 1265, istituì ufficiali di nomina cittadina, con l’acquisizione del Cassero e il rafforzamento delle strutture difensive.
Con la conquista da parte dei senesi della vicina Arcidosso nel 1331, l’importanza di Seggiano iniziò a calare, anche se alcune famiglie di nobili senesi, come i Salimbeni e gli Ugurgeri (che qui aveva una grande fabbrica di ferro), continuarono ad avere importanti proprietà sul territorio, mantenendo la loro influenza. Rimase come terra appartenente alla Repubblica di Siena ritirata in Montalcino dal 1555 al 1559, sino all’annessione di tutto il territorio al granducato mediceo di Toscana.
Le mura che circondano ancora oggi il paese sono testimonianza delle sue origini medioevali. Seggiano e’ elevato a comune nel 1921, quando viene scorporato dal territorio di Castel del Piano.
Il centro e i dintorni sono particolarmente ricchi di testimonianze storiche ed artistiche d’epoca medievale, rinascimentale e barocca. I dipinti custoditi dentro la Chiesa di San Bartolomeo raccontano infatti del passaggio di molti artisti importanti, come Bulgarini e Lorenzetti.
I suoi poco più di mille abitanti ne conservano gelosamente la storia, la cultura e i prodotti, e noi della Seggianese ne facciamo fieramente parte.